Oggi ho preso in mano un libro di ricette e aprendo le pagine un foglio di carta è caduto e si è adagiato per terra.
L'ho preso in mano e mettendolo davanti al naso inspiravo profondamente. Mi tornavano alla mente profumi di vaniglia, torte nel forno che fanno allegria e danno speranza. Torte che simboleggiavano la vita di famiglia, soffici, leggere e profumate, da dividere con allegria e gioia.
Il mio cuore si è riempito di commozione guardando la calligrafia della mia nonna, una calligrafia che faceva pensare al libro 'Cuore', a un epoca tanto diversa, a lettere scritte a un amato fratello al fronte, a una mamma lontana, a parenti cari, lettere di ringraziamento, auguri per le feste.
C'erano scritti solo i cinque ingredienti per fare la sua torta delle feste: la chiamava 'Torta Paradiso'..
cinque uova
250g burro
250g zucchero
250 g fecola
un pizzico di sale
Poi in forno a 180° qb
Non c'erano alre indicazzioni. Mi faceva sorridere il qb. Quando ero bambina mi aveva insegnato a fare questa torta per le feste e mi diceva, strizzando l'occhio, che qb era magia, era l'ingrediente segreto.
Di solito la preparava il sabato cosi per la domenica c'era sempre una torta da condividere con chi veniva a trovarla.
Mettevamo gli ingredienti sulla tavola in ordine.
Prima il burro e lo zucchero con accanto un mestolo di legno. Poi le cinque uova e una forchetta. Per ultimo la farina. E un cucchiaio.
La nonna si metteva un grambiule bianco che profumava di vaniglia e prendeva una grossa insalatiera a righe. Sembrava un direttore di orchestra, con il mestolo in mano. Il forno era acceso e la tortiera da forno gia preparata e ben imburrata.
Per prima metteva il burro a pezzetti e lo zucchero e cominciava a mescolare con il mestolo di legno. All'inizio si faceva fatica, ma man mano che si mescolava, il tutto diventava cremoso e soffice e allora passava a me la insalatiera.
'Cento volte, e sempre nella stessa direzione', mi bisbigliava, come fosse una fata che preparava un incantesimo.
Mi ricordo i desideri che facevo con gli occhi chiusi tenendo il mestolo stretto, come una bacchetta magica.
Quando la nonna era soddisfatta della consistenza, rompeva le uova in un 'altra ciotola e con la forchetta le sbatteva, finchè c'erano bolle in superficie e poi io pian piano versavo le uova nell'di burro e zucchero mentre lei mescolava in continuazione.
Poi toccava a me setacciare la farina, mi sembrava polvere di stelle e la versavo con cura e l'impasto diventava sempre piu soffice e cremoso.
Ero io che avevo sempre l'onore di versare la miscela nella tortiera, e facevo in modo che ne rimanesse nella ciotola abbastanza per me da "ripulire".
Quando il nonno sentiva il profumo della torta nel forno arrivava anche lui in cucina e mi guardava con gli occhi che brillavano,
'Dai! Pulisci bene la tortiera, che la nonna non deve neanche lavarla!'
Ridevo con gioia e il mio cucchiano ripuliva la ciotola, facendola tintinnare.
Mentre la torta si cucinava, e il profumo avvolgeva la casa di dolci promesse, mettevamo in ordine, e la nonna preparava il caffe per il nonno.
Un giorno il nonno mi aveva chiesto, 'Ma tu sai cosa vuole dire qb'' e io fiduciosa avevo risposto, 'Ma certo, è l'ingredienti segreto!'
Lui strizzava l'occhio e bisbigliava, 'Il vero ingrediente segreto è l'amore', e ci gurdavamo negli occhi e sentivo una forza che da allora mi ha sempre accompagnata.
La nonna, quando era arrivata al qb, toglieva la torta dal forno, inseriva una stuzzicadenti, e quando vedeva che era pulito, sapeva che la torta era pronta. Non si sbagliava mai, la torta era sempre perfetta.
Concludeva sempre con le sue raccomandazioni: fare sempre una torta la domenica, avere una cosa di dolce da condividere, colmare di amore i bambini, aiutare i grandi a rilassarsi dopo una settimana di lavoro, togliere l'amaro dalla vita degli anziani: ecco quello che ci vuole!
Ed è subito festa.
Adesso sono una nonna anch'io. Penso che chiederò a mia figlia di "prestarmi" la mia nipotina questo sabato, così insegnerò anche a lei la magia della Torta Paradiso.
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