Wednesday 20 March 2024

Luci e ombre

    Ogni giovedì mattina alle undici del giorno di mercato Rosa si faceva strada tra i tavoli del Bar del Mercato e si sedeva al suo tavolo preferito salutando Franco il proprietario. Sapeva quanto le piaceva il cappuccino e le teneva sempre un cornetto alle mandorle. La faceva sentire al sicuro. Il suo istinto le diceva che poteva fidarsi di lui. 

    Non aveva sempre avuto questo dono, il dono di sapere di chi ti puoi fidare. Camminando lungo la navata al braccio di suo padre tanti anni prima aveva davvero creduto che sarebbe vissuta per sempre felice e contenta. Era così innamorata di Alberto, non poteva sopportare di separarsi da lui e voleva essere la moglie perfetta e renderlo felice...
     La prima volta che accadde pensò di essere inciampata in qualcosa e di aver sbattuto la testa. Stordita si era voltata e aveva tremato quando aveva visto il volto distorto di suo marito. Occhi freddi e duri dietro una maschera di furia feroce. In quel momento qualcosa di profondo e importante cambiò per sempre. Qualcosa si ruppe nel profondo della sua anima, un sentimento insopportabilmente doloroso di perdita e disperazione le squarciò l'anima. Un'oscurità scese su di lei. Da quel momento in poi capì che non avrebbe mai potuto abbassare la guardia. Realizzare che suo marito era capace di colpirla con violenza cambiò tutto. Mentre cercava di rialzarsi, era vagamente consapevole del loro bimbo Giulio che piangeva al suono della voce arrabbiata di suo padre e istintivamente allungò la mano per prenderlo in braccio e consolarlo.
     Le ferite sulla sua anima non si riemarginarono mai. Aveva solamente imparato a oscurarle. Le ci era voluto molto tempo e invece di cercare di rendere felice suo marito, aveva dedicato tutta la sua energia per non farlo arrabbiare, con scarsi risultati. Un giorno in cui gli attacchi erano particolarmente frequenti si era confidata con la suocera per chiedere aiuto. Lo sguardo supplichevole e disperato che aveva ricevuto le aveva detto tutto quello che c'era bisogno di sapere. In quel momento prese la sua decisione. Era intrappolata nel suo matrimonio, ma sapeva di dover far entrare un po' di luce nella sua vita per sopravvivere.
     Sapeva che doveva interrompere il ciclo. Doveva proteggere suo figlio, dimostrargli che esisteva un altro modo di essere uomo. Quella sarebbe stata la missione della sua vita. Le sue armi diventarono umorismo, amore e gentilezza. Era come remare in una barca su un lago, sapendo che sotto c'era un mostro che poteva colpire in qualsiasi momento. 

    Ora, Giulio era laureato in medicina ed viveva con la sua ragazza, Mia. La ricompensa di Rosa era sperare che il ciclo fosse definitivamente stato spezzato...
 
     Rosa sospirò, seduta al tavolo in piazza, e guardò il cielo grigio sopra di lei, ascoltando il chiacchiericcio delle altre signore al bar come un dolce suono rassicurante. Rivolse lo sguardo alle bancarelle. La vista delle donne che curiosavano tra i banchi reggendo sciarpe e giacche dai vivaci colori primaverili le aveva sempre dato gioia. Una sensazione di sollievo la avvolse, ma provava ancora un'immensa tristezza. Non avrebbe mai immaginato che il suo matrimonio sarebbe stato così. Un corso di sopravvivenza.
     Per tutti quegli anni aveva pensato che fosse tutta colpa sua. Dopo ogni esplosione di ira si sentiva sporca e inutile. Quando Alberto perdeva il controllo, urlava con rabbia che le sue erano solo reazioni alle azioni sciocche di lei. Ogni volta si ritraeva in se stessa senza mai capire veramente cosa aveva fatto di male.
     Anni più tardi, e ormai di violenza domestica si parlava tantissimo, sui giornali, sui social. Ogni anno c'era un giorno speciale ad essa dedicato, in tutto il mondo, con scarpette rosse e panchine rosse ovunque. Una volta in un programma televisivo Rosa aveva sentito qualcuno dire che era sempre inaccettabile, non era mai colpa della donna, un uomo non doveva mai picchiare una donna. Sentendo queste parole, aveva pianto singhiozzi profondi e strazianti, trent'anni di lacrime in un solo pomeriggio.
     

    Franco le appoggiò sul tavolo il caffè e il cornetto, con un gesto elegante. Rosa alzò lo sguardo per ringraziare e notò uno squarcio azzurro nel cielo.

     "Grazie Franco," sorrise con gratitudine.
 
     Franco ricambiò il sorriso, con saggezza e gentilezza nei suoi occhi. Conosceva Alberto dai tempi della scuola e senza parole sembrava comprendere il suo dolore.
 
     Qualche minuto dopo passarono Giulio e Mia e esclamarono:
 
     'Ehi mamma, possiamo unirci a te, sapevamo che ti avremmo trovato qui in un giorno di mercato?'
 
     Mentre accostavano le sedie il sole uscì dalle nuvole, raggi luminosi che illuminavano Giulio e Mia.

     L'oscurità che sarebbe stata per sempre in agguato nella sua anima si spostò e si aprì come le nuvole nel cielo per rivelare uno spiraglio di speranza e gioia per il futuro a venire.

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